San Michele arcangelo

La pala di S. Michele arcangelo con i santi Gerolamo e Agostino di Palma il Giovane (1607)

E’una tela di particolare suggestione per l’armonica ed equilibrata composizione, per l’animazione che investe i tre personaggi e per l’efficacia degli effetti plastici e cromatici che sottolineano una fase felice e convincente del pittore veneziano, nipote del celebre Palma detto il Vecchio.

La scena è dominata, al centro, dalla figura dell’Arcangelo che trionfa sul demonio. Egli regge con le mani la spada e la bilancia a testimoniare l’importanza e l’eccellenza della sua missione, quale difensore della Somma Giustizia.
L’atteggiamento disinvolto e il corpo di classica bellezza confermano un elogio all’armonia e alla perfezione divina che nella Giustizia trovano la sublimazione.
Il pittore appare sensibile e prossimo al linguaggio “tenebroso e luministico” del Tintoretto, sia nella costruzione e nel dinamismo dei corpi di San Gerolamo e Sant’ Agostino, sia nell’uso di sfondi e cieli piuttosto tetri e crepuscolari, aperti talvolta da squarci improvvisi di luce che, come in questo caso, esaltano l’apparizione della Trinità in Gloria all’apice della pala.
Questa tela, firmata dal Palma nel 1608, fa rivivere il linguaggio luministico di Tintoretto, ma nello stesso tempo l’artista sembra strizzare l’occhio anche a Paolo Veronese, per il cromatismo intenso dei personaggi e per l’efficace senso decorativo esplicato soprattutto nei panneggi.

 

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