Immagine lignea del Cristo

Crocefisso ligneo detto Cristo dei pescatori risalente alla metà del XIV secolo

Fin dal 1812 questa singolare scultura lignea del Cristo in Croce si conserva nell’abside del Santuario di S. Domenico costituendo il centro fisico e ideale di una progressiva, naturale convergenza di ordine concettuale e spaziale.

Il simulacro misura m. 4,87 in altezza e m. 3,50 in larghezza e domina, per la sua imponenza e la sua forza espressiva, l’interno della vasta aula domenicana.
La Croce ha la forma di un tronco nodoso, con i bracci sottili ricurvi. Alla sommità un pellicano sovrasta un cartiglio a sfondo vermiglio che recita in caratteri longobardi il dramma di quel sacrificio.
Molte sono le storie legate all’originario momento creativo e alla motivazione che sottende la genesi di questo Crocifisso, e soprattutto al modo con cui sarebbe approdato nelle acque dell’isola di S. Domenico.
La storia lo rivendica presente a Jesi fin dal 1479, trasportato per mare, naufragato e pescato nei pressi del ponte di S. Domenico a Chioggia.
La tradizione invece lo considera proveniente da Costantinopoli e qui trasferito in seguito alle devastazioni iconoclaste dei Turchi.
I documenti attestano la sua presenza nella chiesa domenicana fin dal 1440.
Di certo rappresenta l’icona più suggestiva e misteriosa presente nella città ed anche la più cara e venerata soprattutto dai pescatori.
Singolare ed inquietante il contrasto fra la perfezione formale del capo reclinato del Cristo sofferente e la grezza struttura del corpo, estremamente stilizzato, privo di proporzioni e dalla forte impronta espressionistica.
La critica  rivendica il sofferto tormento espresso dal volto alla scuola renana, mentre il trattamento sommario e scheletrico delle membra a quella strasburghese.
La simbologia della Croce alluderebbe ad un albero di vita che paradossalmente, invece,  sostiene il corpo di un condannato alla pena capitale.
Duplice e ancora una volta sconcertante risulta l’approccio visivo che si coglie dal basso: se osservato da destra, il volto manifesta il dramma del Cristo “patiens” ancora in agonia, con gli occhi socchiusi e sofferente, mentre da sinistra appare rasserenato nel riposo della morte.

 

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